«Non è facile per i proprietari abbassare o congelare l’affitto»

Difficoltà nell'abbassare affitto

Marzola: «Tanti l’hanno fatto ma ci sono le tasse e i mutui che vanno pagati e gli aiuti veri mancano»

«Persino io che lavoro nel settore, e so quanto sia frequente il cambio delle attività, sono rimasto colpito dal numero di negozi chiusi». Roberto Marzola, immobiliarista e presidente di categoria Ascom, riflette al termine «di una passeggiata attraverso via Garibaldi, via San Romano, via Mazzini: la percentuale di saracinesche abbassate, in questo momento, è davvero impressionante».

Si va oltre la crisi del commercio che da anni ormai attanaglia Ferrara?

«Decisamente. Sono certo che la situazione legata al Covid stia incidendo in modo pesantissimo. E la mia non è solo una sensazione da passante».

Insomma, qualcosa sa anche sotto il profilo professionale. Ritiene che ci siano disdette repentine?

«Più che disdette, vere e proprie rese. Molti esercenti, specie delle attività che hanno più dipendenti, faticano a reggere una situazione che, tra calo dei consumi e limitazioni varie, sta incidendo in modo drastico sugli incassi».

Tra le questioni che incidono, però, c’è anche il caro affitti. Un tema su cui, in centro, si discute da anni, ma su cui nessuno, a iniziare dal Comune, sembra proporre iniziative concrete.

«Ha ragione, il problema si pone. Ma non getterei la croce tutta addosso ai proprietari degli immobili. E’ vero che in molti casi si tratta di società ben capitalizzate, anche di fuori città, che non vanno incontro agli affittuari. Ma ci sono anche tanti ‘proprietari dei muri’, come si dice in gergo, che hanno comprato il locale come investimento, e devono pagare le tasse, l’iImu, o il mutuo».

E perciò non riescono a scontare il prezzo dell’affitto. E’questo che intende?

«Si. Anche se so di tanti esercenti che sono riusciti a trovare un accordo con la proprietà specie durante il lockdown della primavera. Molti affitti sono stati scontati, oppure il pagamento è stato posticipato. Ma la stessa cosa non si può fare con le tasse o con la banca: provi a dire al Comune che l’Imu sarà versata quando ci sarà la possibilità, o spiegare all’istituto di credito che il mutuo non può essere pagato semplicemente perché il bar è chiuso o il commerciante deve pagare lo stipendio al commesso».

Insomma, è il cane che si morde la coda.

«E il risultato è che tanti negozi vengono chiusi, anche dall’oggi al domani, persino in punti del centro in cui sino a un paio d’anni fa si giocava al rialzo pur di ottenere un locale. Penso al primo tratto di via Garibaldi, o alla stessa via Mazzini che da tempo era forse la strada commercialmente più appetibile».

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