Centinaia di case messe in vendita I prezzi crollano e il centro si svuota

I giovani scelgono l’affitto oppure immobili nuovi in periferia. La chiusura di aziende ed ospedali ha cambiato il panorama

COPPARO. Comprare casa? Adesso conviene, e anche tanto. Certo, bisogna avere la giusta dose di coraggio ma per chi non ha mai azzardato e preferisce stare in affitto questo è il momento giusto.

Sono centinaia le case in vendita, soprattutto in provincia e in particolar modo nei centri storici dove i cartelli delle agenzie immobiliari spuntano su cancelli e facciate in media ogni cin- quanta metri. E in alcuni comuni il fenomeno merita attenzione, perché ben racconta i cambiamenti degli ultimi decenni. Copparo, Berra e Bondeno sono quelli nei quali la crisi si tocca con mano. Va meglio Ostellato, anche se sta perdendo rispetto al passato, mentre la grande sorpresa arriva da Mesola con una crescita dei prezzi (legata alle richieste) del 20%.

Cosa succede

 A spiegare cosa sta accadendo Roberto Marzola, presi- dente provinciale e regionale della Fimaa Confcommercio (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) di Ferrara. «Le vendite in realtà non sono aumentate e nemmeno diminuite – spiega. Il fenomeno è molto più complesso e vede l’abbandono dei centri storici come anche dei paesi alla volta di zone periferiche nuove dove si sta più comodi, le case sono nuove e si hanno meno problemi».

In pratica, «non abbiamo la cultura del restauro. Se i nostri nonni ci lasciano una casa, preferiamo metterla in vendita e ricavarci qualcosa per comprare il nuovo, dove possiamo scegliere pavimenti, infissi e che tipo di divisioni vogliamo. Chi decide di rimettere posto l’immobile o di comprarne uno a basso prezzo alla fine deve avere cifre importanti per la riqualificazione».

Copparo

La cittadina di Copparo è lo specchio perfetto di quanto sta accadendo. Il centro storico vede decine e decine di case e negozi in vendita che vanno dalla villa di lusso lungo il viale principale alla casetta su due piani con cortile o appartamenti, ma sempre in unità molto piccole. «È vero, qui è tutto in vendita. Ma bisogna poi capire cosa è effettivamente sul mercato e cosa invece non c’è perché non ne può avere. Non tutto quello che vede il cartello vendesi può poi essere venduto», fa presente Elisa Bolognesi, agente immobiliare.

C’è chi non ha un’idea dei prezzi e mette in vetrina immobili a prezzi improponibili, e chi comunque ci prova perché si trova la casa dalla sera alla mattina magari ereditandola, ma intanto non sa nemmeno da che parte muoversi. «Abbiamo avuto degli anni, dal 2008 fino al 2017, in cui tutto si è fermato -prosegue-. È stata durissima ei cartelli sono comunque rimasti fuori. Adesso va meglio, qualcosa si muove anche perché le banche danno mutui a tassi bassissimi».

La spiegazione

«Qui una volta stavamo bene -spiegano dalla piazza- . C’era la Berco che funzionava e dava lavoro e anche l’ospedale era aperto. C’erano le fabbriche, le aziende e la cittadina è bella. La crisi è arrivata come uno schiaffo in faccia, abbiamo tantissime case, poche persone e i giovani che se ne vogliono andare negli appartamenti nuovi, in quegli alveari stanno meglio», dice la gente.

GLI INCENTIVI: Ristrutturazione I contributi arrivano al 90%

Per incentivare le vendite nel centro storico, le amministrazioni comunali in questi anni hanno messo a punto un pacchetto di misure per agevolare la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente. In media si parla di incentivi fino al 50% per la ristrutturazione e del 90% per il rifacimento delle facciate. Ma le tasse sulle case restano comunque ancora molto alte.

«È proprio così – conferma Marzola: Il mercato delle case va di pari passo con l’apertura delle aziende. Copparo, Comacchio e anche Bondeno hanno vissuto una bella crisi, diversa invece è la situazione a Ostellato dove tutta la zona Sipro dà ossigeno al territorio. Lagosanto aveva respirato e adesso siamo tornati indietro».

Non solo, «in questi tre grossi comuni, come anche a Lagosanto, gli ospedali hanno chiuso e questo ha influito non poco».

La Nuova Ferrara, 2 Dicembre 2019

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